(CAVALIERI MARVEL)
N° 124
FIGLIA DEL DIAVOLO
1.
Hong Kong, Regione
Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare Cinese. Il mio nome è Shang Chi. In cinese
mandarino significa lo spirito che avanza. In quale direzione stia avanzando il
mio spirito ho smesso di chiedermelo da tempo.
Da
sempre anelo alla pace, ma le circostanze mi portano inevitabilmente sul
sentiero della violenza. Sono venuto a Hong Kong per aiutare il mio amico Clive
Reston ed ho finito per l’imbattermi negli intrighi di una sorella che nemmeno
sapevo di avere.
La
minaccia che Kwai Far, questo è il suo nome, rappresenta nei confronti del
mondo intero ha spinto storici rivali come i servizi segreti americani,
britannici, russi e cinesi ad accantonare per il momento le reciproche
diffidenze ed unirsi contro il nemico comune.
Prima
ancora che si potesse parlare e stabilire una linea d’azione, la sede del
servizio segreto cinese a Hong Kong è stata attaccata ed ancora una volta io ed
i miei amici ci siamo trovati nella necessità di doverci difendere.[1]
Il luogo dove
ci troviamo risuona di grida, rumore di lame e di colpi di pistola. L’intero
palazzo è sotto attacco a quanto pare.
C’è molta
confusione. Il servizio segreto cinese non si aspettava di essere aggredito in
casa propria. Grave errore di giudizio. Kwai Far ha imparato bene la lezione di
nostro padre.
I miei compagni sono tutti dei professionisti
e non è la prima volta che si trovano in una situazione simile. Passato il
primo momento di sorpresa, stanno tutti reagendo al meglio.
Quanto
a me sono stato addestrato dai migliori maestri a fare del mio stesso corpo
un’arma ed ho avuto successo oltre ogni speranza anche se non ne vado fiero.
Rispetto
a me, i miei avversari sembrano muoversi al rallentatore. Evito facilmente i
loro colpi e colpisco a mia volta. Ad un certo punto mi ritrovo spalla a spalla
con l’uomo che chiamano il Gatto.
-Non te la stai cavando male, Inglese.- mi dice.
Mi
chiama inglese anche se siamo entrambi cinesi perché quando ci siamo conosciuti
io ero un agente dei servizi segreti britannici e lui di quelli cinesi, il che
faceva di noi dei nemici. Era un epiteto nato dal disprezzo, ma ora è un
nomignolo amichevole.
-I nostri nemici sono in gamba. Non
sottovalutarli.- replico.
-Non lo faccio mai.- replica lui.
Il nostro
vantaggio è che il poco spazio ostacola i nostri nemici più di quanto lo faccia
con noi ma se riescono a prevalere nel resto dell’edificio saremo circondati e
le cose si faranno molto più difficili.
Mi
chiamo Shang Chi, sono un maestro del kung fu, un’arma vivente, il figlio di Fu
Manchu ed il retaggio di mio padre continua a perseguitarmi.
In
volo tra il Regno Unito e la Cina. Non molto tempo prima. L’aereo non sfoggia
insegne particolari. È uno dei jet a disposizione del SIS[2]
ed a quell’organizzazione appartengono l’equipaggio ed i passeggeri… tranne
una, una donna decisamente fuori dall’ordinario che è seduta su uno dei sedili
a cui è assicurata da solide cinture metalliche. Altrettanto solide manette le
bloccano mani e piedi e quattro agenti, due uomini e due donne la sorvegliano a
vista pronti a reagire ad ogni sua mossa.
Seduto
davanti a lei, anche se a distanza di sicurezza, c’è un giovanotto dai capelli
biondi che dimostra circa 25 anni. Ha l’aria dello studioso, ma forse è
l’effetto degli occhiali che porta. Veste un impeccabile completo blu scuro con
cravatta con i colori di Oxford, università dove si è laureato con il massimo
dei voti ovviamente.
Il
suo nome è Charles McElwain e nel suo pedigree figurano antenati inglesi,
scozzesi, americani e non solo. Da diversi rami della sua famiglia ha ereditato
l’attitudine al servizio dello Stato ed in particolare nell’intelligence.
Nonostante abbia già
avuto un po' di esperienze particolari da quando è entrato nel MI6, decisamente
nulla lo aveva preparato ad avere a che fare con la donna di nome Fah Lo Suee.
-Ti faccio così paura Charles, che non osi
nemmeno guardarmi?- gli si rivolge lei -O forse il motivo è un altro?-
C’è
un evidente tono beffardo nella voce della donna ed è forse per questo che
Charles la guarda dritto negli occhi mentre dice:
-Dicono che lei… tu sia molto pericolosa. Che
tu sia un’esperta di veleni e ne siano intrise le tue labbra e che tu sia una…
che incanta gli uomini.-
Fah
Lo Suee fa una risatina e replica:
-I racconti di Mr. Rohmer[3]
non sono sempre accurati ma è vero che conosco molti modi per uccidere, alcuni
raffinati, altri crudeli. Quanto alle mie labbra, Nayland Smith e Clive Reston
potrebbero confermarti che non sempre sono avvelenate e di sicuro non lo sono
adesso con tutte le precauzioni che avete preso, ma se vuoi, puoi sincerartene
personalmente.-
Charles
arrossisce e di nuovo Fah Lo Suee ride. Anche gli agenti di scorta reprimono
una risatina.
Manhattan, New York
City, oggi, La Galleria Oike si trova nel centro di
Manhattan. È piccola ma è possibile trovarvi pezzi rari di arte giapponese dei
secoli passati, cosa che la rende una meta quasi obbligata per gli appassionati
di arte orientale.
La donna dai lunghi capelli neri che
indossa un elegante vestito rosso appartiene indubbiamente a quest’ultima
categoria ed anche se ha ben altri motivi per trovarsi lì, il suo interesse per
il dipinto che sta osservando è autentico.
-Si sta chiedendo se
è autentico? A mio modesto parere, sì.- dice una voce maschile alle sue
spalle.-
La donna si volta di scatto. È raro
che qualcuno riesca ad arrivare alle sue spalle senza che lei se ne accorga, ma
quello che ha di fronte non ha affatto l’aria di un killer della Yakuza[4]
e sicuramente non è un ninja della Mano. È un americano dai capelli castani
scuri, alto, dal fisico tonico che dimostra circa 35 anni.
-È appassionato anche
lei di arte giapponese?- gli chiede.
-Sono solo un modesto
dilettante ma ne so quanto basta per sapere che la Galleria Oike non espone
nulla se prima non si è assicurata della sua autenticità, Miss…-
-Natchios, Elektra
Natchios.- risponde lei -Sono greca ma vivo a New York da tempo. Potrei sapere,
il suo nome adesso?
-Nicholas Jeffrey
Huntingdon Carter IV, un nome un po' pretenzioso, lo ammetto ma non ne sono
responsabile. Lei può chiamarmi Nick se lo desidera e se accetta un invito a
cena per stasera.-
-È sempre così
diretto con le donne, Mr. Carter?-
-Solo con quelle
affascinanti come lei, Miss Natchios.-
Lei fa una risatina e replica;
-Molto bene, accetto
l’invito Nick e puoi chiamarmi Elektra.-
Non molto distante qualcuno li
osserva e scuote la testa.
2.
Manhattan,
zona del porto. Ieri notte. Il suo nome è Ch’I-Lin e dice di essere un
demone ed il suo aspetto potrebbe confermare la sua asserzione. Afferma anche
che il suo scopo è uccidere chi possiede il potere del pugno d’acciaio ed ora,
nel sotterraneo di un magazzino apparentemente abbandonato, se ne trova davanti
ben due: il supereroe che si fa chiamare Iron Fist e la sua sorella maggiore,
che usa il nome in codice di Death Sting.
Per
la prima volta c’è indecisione nella voce del presunto demone:
-Io… io… non posso
affrontare entrambi.-
Uno sbuffo di fumo ed è scomparso
-Questa proprio non me l’aspettavo!- esclama
Miranda Rand -Gli hai fatto paura, Danny.-
-Credo che la questione sia più complicata.-
ribatte suo fratello -Risentiremo sicuramente parlare di lui, ma ora ho altre
faccende di cui occuparmi con una certa urgenza.-
-Di che si tratta? Raccontami tutto.-
E
Danny comincia a parlare.
Da un’altra parte di
New York, quasi contemporaneamente. Uno sbuffo di fumo anche qui, ma quello che
appare nella stanza ben arredata non è un demone dalla pelle verde e gli occhi
rossi bensì un uomo normale chiaramente asiatico e vestito con un completo
gessato scuro.
La sua faccia è cupa.
Ha fallito ancora una volta. Ormai è chiaro: non può combattere i due
possessori del Pugno d’Acciaio quando sono insieme e non può uccidere il più
recenti degli Iron Fist se prima non avrà ucciso chi ha ereditato il potere del
suo predecessore. Maledette regole magiche
Miranda Rand dovrà
morire.
Da qualche parte nel
Distretto di Kowloon, Hong Kong. L’agente del Secret Intelligence Service del
Regno Unito Lynne Theresa Vesper McElwain si trova decisamente in una brutta
situazione: nuda e legata ad una fune che sta scendendo sempre più verso una
vasca dove nuotano squali affamati e presto i suoi piedi saranno alla portata
delle loro fauci.
La sua prima missione
operativa da quando è diventata agente del MI6 rischia di essere anche l’ultima
se non accade qualche miracolo nei prossimi minuti.
Si è fatta catturare
come una stupida e adesso sta per pagare il prezzo della sua stupidità. Proprio
un pessimo modo di porre fine ad una tradizione familiare vecchia di
generazioni.
3.
Da
qualche parte a Hong Kong. Un uomo alto che indossa una tunica rossa
dai bordi dorati ed il cui viso è celato da un cappuccio anch’esso rosso
osserva da un monitor la sede locale, per quanto non ufficiale, del Ministero
della Sicurezza di Stato della Repubblica Popolare Cinese ovvero il servizio
segreto e polizia politica di quella nazione.
In
questo momento il palazzo è sotto attacco di addestratissimi sicari
appartenenti alle varie organizzazioni asiatiche affiliate al Si Fan fondato da
Fu Manchu. Il Dottore del Diavolo può essere morto, ma c’è chi ha raccolto la
sua sinistra eredità. L’uomo noto come Fratello Scure è uno di questi eredi ed
è a lui che è stata data la direzione di questa operazione che ha come scopo
l’eliminazione di tutti i nemici del Si-Fan ed al tempo stesso l’indebolimento
del Guójiā
Ānquán Bù;[5] in questa parte
d’oriente.
Se
solo potesse sapere come sta andando la battaglia all’interno, ma le
microcamere nei costumi degli assalitori non funzionano od inviano immagini
disturbate e confuse. Che sia colpa di una delle diavolerie del MI6?
Poco importa, stavolta
il maledetto Shang Chi ed i suoi alleati non riusciranno a cavarsela. Non
devono,
All’interno del
palazzo. Per
quanto forti, numerosi e determinati possano essere i nostri avversari, io sono
ancora più determinato a non cedere. Mio padre mi ha addestrato per essere una
vera e propria arma vivente ed ora mostrerò ai suoi successori quanto lo sono.
-Per quanto i nostri nemici siano in gamba, noi
siamo migliori, Inglese, ed abbiamo un vantaggio.- mi dice Shen Kuei detto
il Gatto -Se usassero le armi da fuoco o gli esplosivi probabilmente
saremmo già morti, ma la loro devozione alle armi bianche è il loro limite. In
un combattimento ravvicinato noi siamo superiori.-
Il
Gatto può sembrare arrogante e presuntuoso a volte, ma in questo caso ha
ragione, tuttavia c’è una cosa che non posso non fargli notare:
-In questo spazio ristretto, però, siamo
limitati anche noi.-
-Troppo giusto, quindi cominciamo a fare un po’
di spazio.-
Con
dei calci ben assestati il Gatto spedisce un po’ di avversari oltre una
finestra e poi spicca un salto seguendoli.
Lower
East Side, Manhattan. Il luogo è un’anonima villetta
unifamiliare a due piani. Sembra la classica abitazione da classe media, ma le
apparenze spesso ingannano.
In
questo momento è occupata da tre donne: la prima ha i capelli corti e neri, indossa
una camicetta bianca con i primi bottoni slacciati, una gonna nera che arriva
poco sopra le ginocchia e scarpe di marca. Dimostra circa trent’anni. Con lei
ci sono una
ragazza dai lineamenti vagamente orientali e dai lunghi capelli rossi che
indossa una tuta aderente di colore bianco e porta una katana a tracolla ed
un’afroamericana dalla pettinatura afro vestita di rosso che invece porta a
tracolla una fondina con una pistola.
Colleen Wing e Misty
Knight sono le due socie della Nightwing Restorations, un’agenzia di
investigazioni e protezione ed il loro incarico attuale consiste proprio nel
proteggere l’altra donna: Jeri Hogarth, avvocatessa rampante e priva di
scrupoli che qualcuno ha cercato di uccidere forse a causa di quello che ha
appreso su un tentativo di scalata ostile alla Rand-Meachum Corporation.[6]
Anche se praticamente
non si parlano da anni ed hanno etiche differenti, il padre di Jeri, Jeryn,
famoso avvocato, ha deciso di assumere le migliori guardie del corpo sulla
piazza per proteggere sua figlia finché il pericolo non sarà passato. Nel corso
delle ultime 24 ore le due donne si sono alternate con Luke Cage nei turni di
protezione ed ora tocca di nuovo a Colleen.
-Sono contenta di rivederti, Colleen cara.- le
si rivolge Jeri con un sorriso.
Misty
le lancia un’occhiataccia e sta per dire qualcosa quando da fuori si sente un
rumore, quello di chiavi che girano nella toppa.
-C’è qualcuno.- dice impugnando la sua pistola.
-Calma! Siamo amici.- dice una voce che ben
conosce.
Misty sta per esclamare
“Danny”, ma si morde le labbra appena in tempo. Non c’è assolutamente bisogno
che Jeri Hogarth conosca la vera identità di…-
-Iron Fist e Death Sting!- esclama -Come mai
siete qui?-
Danny
Rand e sua sorella entrano nella casa chiudendosi la porta alle spalle e lui
risponde:
-Ho pensato di venire a vedere se potevamo
essere utili… e tu, Misty… non dovresti sforzarti troppo, lo sai.-
-Sciocchezze! Sono in forma e sono
perfettamente in grado di badare a me stessa.- ribatte Misty con stizza.
Prima
che possa aggiungere altro, Jeri Hogarth si avvicina
-Iron Fist!- esclama -Mi aspettavo di rivederti
prima o poi, ma lei…- indica Miranda -… lei è una sorpresa… una piacevole
sorpresa direi. Quel costume le sta proprio bene.-
-Mi chiamo Death Sting.- si presenta lei.-
-Nome impressionante… ma … ci siamo già viste
da qualche parte? Hai qualcosa di familiare.-
-Non credo proprio… Miss Hogarth.-
Questa
faccenda dell’identità segreta può veramente essere seccante, pensa Miranda
Rand.
-Se permette, Miss Hogarth, ci sono delle
domande a cui dovrà rispondere.- dice Iron Fist a Jeri.
La
giovane donna sospira ed infine replica:
-Sapevo che saremmo arrivati a questo. Non
posso dire che mi entusiasmi, ma immagino di non poterlo evitare.-
-No, non può.-
-E allora cominciamo .-
4.
Un
ristorante di lusso a Manhattan, New York.
Elektra deve ammettere di essere impressionata. Non solo il suo corteggiatore l’ha
portata in uno dei migliori ristoranti greci della città, ma si è dimostrato
decisamente esperto nello scegliere le portate ed ha sfoggiato anche una
notevole conoscenza della lingua greca con quasi nessun accento.
La cena scorre tranquilla con un po'
di conversazione su argomenti vari. Alla fine Elektra chiede:
-Non mi hai ancora
detto di cosa ti occupi nella vita, Nick.-
L’uomo accenna un sorriso e
risponde:
-Diciamo che porto
avanti una tradizione di famiglia.-
-Detto così è
piuttosto vago… e stuzzica la mia curiosità.-
-Potrei definirmi un
risolutore: quando qualcuno ha un problema apparentemente irresolubile, chiama
me perché glielo risolva.-
-Interessante, è un
po' quello che faccio anch’io. E questo… lavoro ti fa viaggiare molto?-
-Abbastanza. Sono
stato in quasi tutto il mondo ed ho raccolto un bel po' di souvenir inusuali.-
-In che senso
inusuali?-
-Finita la cena,
potremmo andare a casa mia e lo vedresti con i tuoi occhi.-
Elektra scoppia in una risata e
dice:
-È questo il tuo
approccio standard per quando vuoi portarti una donna a letto? Il classico:
posso mostrarti la mia collezione di farfalle? Sono un po' delusa.-
Lui fa un sorriso sornione ed
allarga le braccia per poi dire:
-Oh beh, a volte
funziona. In realtà la mia collezione esiste veramente e ci sono alcuni pezzi
che ho trovato in estremo oriente su cui mi piacerebbe avere la tua opinione.-
-Mi piace l’arte
orientale ma non so se potrei definirmi un’esperta… tuttavia… perché no? Mi hai
convinto.-
L’uomo sorride. È stato più facile
del previsto… forse anche troppo. Chi sta davvero conducendo il gioco? Sarà
interessante scoprirlo.
Elektra ed il suo accompagnatore hanno appena
lasciato il ristorante che un uomo si fa portare il conto, lo salda con la sua
carta di credito e poi esce con calma dal locale giusto in tempo per vedere
un’auto allontanarsi e subito dopo una moto guidata da una donna immettersi
nella sua scia.
Forse stanno esagerando, pensa, ma
nel suo tipo di lavoro le precauzioni non sono mai troppe.
Hong.
Kong. L’uomo di nome Xiang Cheng è decisamente
sconcertato. Tutto si aspettava tranne un assalto diretto alla sede locale del
Ministero della Sicurezza, il temutissimo, ma evidentemente non dagli accoliti
di Kwai Far, Ānquán Bu.
Per fortuna i presenti nel suo ufficio stanno
reagendo in maniera eccellente. Lui stesso non è stato con le mani in mano.
Fortunatamente, anche se ultimamente è stato soprattutto un burocrate non ha
dimenticato le arti marziali. Riesce a stendere un avversario armato di pugnale
e si ferma a riprendere un po’ di fiato.
Da dove si trova Xiang può osservare Shang Chi ed
il Gatto muoversi con scioltezza, evitare i colpi dei nemici ed abbatterli uno
dopo l’altro. Gli agenti americani e britannici non sono da meno e così Therese
Beswick e Shareen, due delle sue migliori agenti operative.
Nello spazio ristretto dell’ufficio non è
consigliabile usare le armi da fuoco, ma questo non è un limite per nessuno dei
combattenti quasi tutti abituati a combattere a mani nude. In breve, contro
praticamente ogni possibile previsione, gli aggressori sono sconfitti.
Xiang batte le mani e dice:
-Complimenti, signori , siete stati tutti all’altezza della vostra
fama.-
-Avrei preferito farne a meno.- commenta l’uomo che fino a poco tempo
prima si faceva chiamare John Bryce -Questi erano tipi tosti. Kwai Far ci tiene
davvero a vederci tutti morti.-
-Il che rende ancora più necessario ed urgente unire le nostre forze
contro di lei, non credete?- ribatte Xiang.
I presenti non possono
che assentire.
Distretto di Kowloon,
Hong Kong.
La vasca è sempre più vicina e Lynne McElwain sente lo schioccare delle loro
mascelle ormai… o solo la sua immaginazione alimentata dalla paura?
Poco
importa, perché, a meno che qualcosa non accada nei prossimi due minuti, per
lei non ci sono speranze: finirà nella pancia degli squali.
E
qualcosa d’improvviso accade.
5.
Lower East
Side, Manhattan. Jeryn “Jeri” Hogarth si siede su una
poltroncina, accavalla le gambe e rivolge un sorrisetto insolente all’uomo e le
due donne davanti a lei poi dice:
-Dunque, Mr. … Iron
Fist… che domande voleva farmi?-
-Non abbia fretta
Miss Hogarth. Stiamo aspettando qualcuno più bravo di me a farle.- replica il
supereroe.
-Davvero? E chi
sarebbe?-
-Io.- dice una voce maschile.
Nella stanza, seguito
dalla massiccia figura di Luke Cage, è appena entrato un uomo non più giovane,
decisamente sovrappeso, dai capelli bianchi che indossa un completo tre pezzi
gessato ed occhiali con montatura di tartaruga.
Nel vederlo Jeri perde
di colpo la sua impassibilità ed esclama:
-Papà?-
Distretto di Kowloon,
Hong Kong.
Una porta
cede di colpo sotto una forte pressione e nel salone irrompono cinque uomini.
-Maledizione!- esclama un uomo non molto alto
con il volto incorniciato da una corta barbetta -È peggio quanto ci
aspettassimo.-
-Non perdiamo tempo in chiacchiere!- esclama un uomo non più
giovanissimo slanciandosi in avanti.
Ancora pochi secondi ed
i piedi della ragazza che, legata per i polsi ad una specie di argano, sta
scendendo sempre di più verso una vasca, saranno a portata delle mascelle di un
branco di squali affamati.
Continuando a correre
l’uomo getta nella vasca un piccolo oggetto. Subito dopo c’è una piccola
esplosione accompagnata da un forte bagliore e spruzzi d’acqua. L’uomo fa un
balzo ed afferra la ragazza per le caviglie.
Contemporaneamente un altro del gruppetto, alto e
slanciato, spara e spezza le corde che imprigionano la ragazza senza nemmeno
sfiorarle i polsi.
La giovane donna ed il suo aspirante salvatore
piombano in acqua. L’uomo stringe la ragazza alla vita e poi nuota velocemente
verso il bordo della piscina mentre gli squali sono ancora frastornati.
Un altro del gruppo li aiuta ad uscire mentre gli
altri sparano verso la piscina colpendo un paio di squali che si stavano
avvicinando troppo.
Un anziano cinese aiuta la ragazza, ad alzarsi
dicendole:
-Speravo di incontrarla in circostanze migliori, Miss McElwain.-
Lynne McElwain sorride,
apparentemente per niente imbarazzata dall’essere completamente nuda, e
replica:
-Beh, lei ed i suoi amici siete arrivati al momento giusto per quanto mi
riguarda Mr. …-
-Fang Ling Sing, per servirla.-
-Quel Fang Ling Sing?- esclama in tono sorpreso la ragazza -Ho sentito molto
parlare di lei, ma credevo che fosse…-
-Morto? La cosa non mi dispiace molto dopotutto.-
Nel frattempo i polsi
della ragazza vengono liberati e l’uomo che ha sparato sulle corde le si
avvicina porgendole la giacca che si è appena tolto e le dice:
-Anch’io avrei preferito rivederti in un momento migliore, Lynne. Su
tieni e copriti.-
-Grazie Clive.-
-Peccato, non mi dispiaceva lo spettacolo.- commenta sarcastico l’uomo
che era saltato nella piscina.
-Lynne, permettimi di presentarti questo cattivo soggetto: il suo nome è
Chance Renard, ma è meglio conosciuto come …-
-Il Professionista.- completa Lynne -Ho sentito parlare anche di lei.-
-Male, suppongo.- ribatte con un sorriso l’uomo.
Parla un ottimo Inglese con appena una sfumatura
di accento che la ragazza identifica senza esitazione come belga.
-Per quanto mi riguarda, potrei solo parlare bene. E devo ancora
ringraziarla per avermi salvato la vita.-
Così dicendo Lynne gli
getta le braccia al collo e lo bacia. Quando stacca le sue labbra da quelle di
Renard quest’ultimo riprende fiato e dice:
-Può continuare a ringraziarmi così quando vuole, Miss McElwain.
Immagino di poterti chiamare Lynne adesso.-
-Calma i bollori, Professionista.- gli dice l’uomo con la barba il cui
nome è Stephen Gunn -Dobbiamo pensare a portare via di qui Miss McElwain.-
-A proposito, come siete riusciti a trovarmi in tempo?-
-Non ci crederai…- risponde Clive Reston -… ma è stata Fah Lo Suee.-
A bordo di un
aereo in volo sopra Hong Kong. La donna il cui nome è Fah Lo Suee
sorride divertita mentre si rivolge al giovane dai capelli biondi e gli
occhiali in piedi davanti a lei:
-Tua sorella è salva, Charles. Spero che non dimenticherai che sono
stata io a renderlo possibile.-
Charles McElwain
sospira. Ha fatto un patto con il diavolo e sa che un giorno dovrà pagarne le
conseguenze.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Quasi nulla da dire che
non sia spiegato nella storia, quindi procediamo:
1)
Elektra compare qui dopo
gli eventi di Devil 114.
2)
Chi sia Nicholas
Jeffrey Huntingdon Carter IV qualcuno può averlo già indovinato, gli altri
aspetteranno il prossimo episodio.
A
proposito del prossimo episodio … ne saprete di più quando lo leggerete. -_^
Carlo
[1] È tutto accaduto nel
finale dello scorso episodio.
[2] Secret Intelligence
Service, l’agenzia di spionaggio all’estero del Regno Unito nota anche come
MI6.
[3] Sax Rohmer, creatore di
Fu Manchu.
[4] La mafia giapponese.
[5] Ministero della
Sicurezza di Stato in Cinese Mandarino.
[6] Vedi n. 121.